Useless blog, won't probably get updated too often...

lunedì, febbraio 14, 2005

DAY 10 (happy new year)


Per la precisione, buon anno del gallo.
In tv questa mattina ho scoperto che oggi avrebbero festeggiato l'anno nuovo cinese. Non so quando fosse esattamente la ricorrenza, ma oggi c'era l'annuale parata a chinatown.

La zona era totalmente paralizzata per l'evento, goziliardi di persone si sono riversate chinatown per assistere alla tamarrissima sfilata nell'ordine composta da:
- rapprensentanza degli explorer del dipartimento di polizia di NY, non chiedetemi esattamente cosa siano, non ne ho idea;
- Marching band di non mi ricordo esattamente che cosa;
- picchetto della legione americana Tenente B.R.Kimlau, anche qui, non ho idea di cosa rappresentino esattamente;
- finaliste del concorso Miss Chinatown;
- rappresentanza della comunita' vecchietti sani e arzilli di chinatown;
- personaggi in costumi piuttosto improbabili;
- Boyscout e Scoutgirl di new york;
- impiegati asiatici degli uffici postali;
- e per finire mafiosi cinesi che suonano il piffero (oddio, non è che sia sicuro sicuro che fossero lì nella veste di mafiosi, ma cosa altro potrebbero essere vestiti a quel modo? ;)).

In realta' la parata non sarebbe finita lì, ma, proprio sul più bello, mi si è scaricata la batteria della macchina fotografica :( in effetti erano un paio di giorni che non la caricavo. sfigato.

Scherzi a parte, la parata è quanto di più eterogeneo abbia mai visto, dai costumi tradizionali alle cose più moderne, tutto in un unico calderone. Condito dai un sacco di colori e profumi. Un modo decisamente piu' interessante di salutare l'anno nuovo che chiudersi dentro ad un locale ad ubricarsi come usiamo fare noi civilizzati occidentali.

Per il resto, ci siamo...
Domani si riparte, un paio di giorni a chicago e poi milano.
Non ne ho nessuna voglia.

More to come,
Marcello

domenica, febbraio 13, 2005

DAY 9 (unveiling the gates)


Oggi hanno completato l'opera di Christo di cui parlavo l'altro giorno, in central park. Gruppi di volontari hanno disteso i teli sui 7500 gate distribuiti lungo un percorso di 23 miglia.
Inizialmente i portali non mi avevano fatto una grossa impressione, mi ricordavano molto un vecchio videogioco...
Oggi, con il sole e con i teli distesi l'impressione è stata decisamente migliore.
Non mi lancerò in interpretazioni pseudo-intellettuali ;) è semplicemente bella da vedere.
L'idea che c'e' alla base (christo è di newyork e l'opera è un tributo al parco e alla città) sembra genuina e spontanea. Un sacco di gente ha partecipato (sia lavorandoci che semplicemente andando a vederla) alla realizzazione. E central park è un posto stupendo.
Unica cosa negativa della giornata è stato il continuo ronzare degli elicotteri sopra il parco. Non c'e' stato un momento in cui non se ne sentisso uno. Peccato, riuscire a sentire solo il rumore del vento nelle tele sarebbe stato molto meglio.
Ho fatto un sacco di foto, spero di riuscire a montare qualche panorama.

Ho finalmente trovato un posto dove vale veramente la pena cenare: china grill.
L'ambiente è piuttosto upscale, il cibo spettacolare. I piatti sono presentati tanto bene che ci si sente quasi in colpa a mangiarli. PIatto principale era tonno leggermente scottato all'esterno (praticamente crudo) e ricoperto di spezie varie (molto delicate) accompagnato da un insalata di alghe, cetrioli affettati sottili e conditi con una strana salsa, sashimi di avocado e una cosa fritta in pastella che non ho capito esattamente cosa fosse, credo un'altra alga. E per finire mousse di cioccolato... Raccontato così non rende, lo so, ma vi assicuro che entrambi i piatti erano dei capolavori, sotto ogni punto di vista.
Se vi capita di passare da queste parti tenetevi una sera libera per cenare qui.

Uffff... domani tocca fare le valigie. Lunedi si torna a chicago.

More to come.
M

sabato, febbraio 12, 2005

DAY 8 (the statue of liberty)


Nonostante quello che vorrebbero far credere con i canale tematici dedicati e le presentazioni super tecnologiche le previsioni del tempo non ci azzeccano nemmeno qui. Avevano previsto neve, invece oggi era una giornata stupenda, con nemmeno una nuvola e un cielo terso come raramente si vede a milano. Certo, c'era anche un vento che ti portava via e faceva un freddo terribile.
Ma è poca cosa rispetto alla bellazza della città con il cielo assolutamente e totalmente blu.

Al contrario di ieri oggi è stata una giornata all'insegna del "turismo" piu' banale e pecoreccio: la statua della libertà. La guida avvisa che, anche se il tragitto dura poco più di 15 minuti, visitare la statua e ellis island è un affare che porta via tutta la giornata...
Ed è assolutamente vero.
Prima cosa c'e' un sacco di gente, la coda per imbarcarsi sulla prima tratta era persino piu' lunga di quella per entrare al moma.
Seconda cosa il tour è all'insegna della paranoia più totale.
Per prendere un aereo la cosa è più semplice, ci sono meno controlli.
Prima del primo imbarco la solita trafila, raggi x e metal detector.
Arrivati alla statua che, tra l'altro, è stata completamente chiusa al pubblico fino a pochi mesi fa, si devono lasciare le borse in degli armadietti. armadietti, a pagamento, che si bloccano e si aprono con un sensore biometrico che rileva le impronte digitali. ora, io sicuramente ho visto qualche puntata di x-files di troppo, ma ho come la sensazione che quelle impronte non vengano usate solo per chiudere lo sportello. poi ci si rimette in coda. una cosa piuttosto lente. Solo alla fine si capisce perche', oltre ad un altro giro di controlli di cui sopra (sai mai che qualcuno possa essersi costruito una bomba atomica con dei pezzi rubati sul traghetto) c'era anche un'altra macchina in cui ti fanno sostare per circa 30 secondi. Non ho idea di cosa faccia esattamente quel macchinario (e non sono sicuro di volerlo davvero sapere), ma assomiglia in maniera inquietante ad un TAC.

Ad ogni modo, paranoie a parte, la statua della libertà fa una grossa impressione. Non ce n'è di storie, Bush sarà pure uno stronzo e la politica estera degli stati uniti è sicuramente causa di buona parte dei problemi del mondo, ma, nonostante tutto, l'atmosfera che si respira qui è speciale, è tutto quello di positivo rappresentano gli stati uniti nell'immaginazione collettiva.
il sogno americano.

Poi si risale sul traghetto e di quel sogno si vede l'altra faccia: ellis island. Il punto di passaggio di tutti coloro che volevano immigrare negli USA, dal 189X al 1956. Da qui passavano migliaia di persone ogni giorno: per i piu' ricchi le cose erano semplici, tutte le formalità venivano espletate direttamente sulla nave. Chi non poteva permettersi di viaggiare in 1a o 2a classe veniva ammassato nell'atrio, in attesa di un velocissimo controllo medico seguito da una lunga trafila burocratica. Alla fine, chi non veniva ritenuto idoneo veniva rispedito nel paese di provenienza. Stando alla documentazione ufficiale non accadeva spesso che la gente venisse rispedita indietro (anche perchè, per ogni persona che non passava i controlli la compagnia di trasporti che l'aveva sbarcata veniva multata): su 12 milioni di persone arrivate ad ellis island meno del due percento è stato respinto.
Qui i controlli sono meno severi (oggettivamente è un obiettivo meno sensibile di miss liberty), in compenso la paranoia non manca. stavo attraversando l'atrio quando il ranger (si, ranger, come quelli dell'orso yoghi ;)) di turno mi intima di fermarmi e girare al largo (così suona brusco, in realtà è stato molto gentile... sentirmi chiamare "sir" fa una strana impressione. gia' "signore" mi suona strano...). ci ho messo un po' a capire cosa stesse succedendo. alla fine il problema era che qualcuno si era dimenticato la borsa della macchina fotografica su una panchina e il tipo si stava avvicinando per controllare. ci ha messo dieci minuti buoni prima di aprirla e capire che era innoqua.

Altro giro sul traghetto.
Passeggiata su broadway (ci sono dei negozi fichissimi!!! devo trovarmi una fidanzata solo per poter andare a fare shopping ;)).
Tappa all'apple store per scoprire che l'ipod shuffle, quando arriva, finisce entro le due di pomeriggio.
Metropolitana.
Hotel.
L'ultimo samurai sul canale HBO.

Nient'altro da segnalare direi...

More to follow...
M

venerdì, febbraio 11, 2005

DAY 7 (picasso sucks)


giornata dedicata alla cultura oggi.
ovvero: il museum of modern arts (MoMA per gli amici ;))...
tutto comincia con una coda piuttosto lunga, di quelle che in italia, prima di arrivare alla cassa, avrebbe provocato almeno due accoltellamenti e uno svenimento.
qui invece le cose vanno abbastanza lisce.
cmq sono stati molto veloci, 500 persone almeno in 20 minuti.
non male.
il museo è stato riaperto solo qualche mese fa e si vede: tutto quanto è ancora nuovo e pulitissimo.
comunque, cosa strana, si puo' fotografare praticamente tutto, solo le esposizioni speciali (un piano su sei) sono off limits. ho fotografato un po' di roba, ma per il momento metterò online solo un paio di immagini.
l'esposizione stabile del museo comprende opere di praticamente tutti gli artisti più famosi... diversi picasso, mirò, matisse, van gogh.
e diversi artisti americani (alcune delle opere credo di averle già viste a milano all'esposizione della collezione del whitney museum).
come avrete intuito dal subject odio picasso.
le sue opere non mi dicono proprio nulla.
le vedo e tutto quello che mi viene in mente è "bhè?" e questo sarebbe un capolavoro?
niente di più.
inutile.

tra tutte, un'opera: una fila di grosse bottiglie fatte di vetro a specchio, bottiglie come quelle dei distributori d'acqua. apparentemente anonime. tutti quanti si avvicinano e ci guardano dentro, incuriositi da un'opera abbastanza strana. poi girano attorno e vedono quello che c'e' scritto sulle bottiglie... ;)

nel negozio del museo ho visto la poltrona che comprerò quando andrò a vivere da solo. nella foto del camerino di stussy dell'altro giorno si vede solo il poggiapiedi. ha un solo piccolo difetto (o forse due, se uno è vegano, visto che è di pelle): costa la modica cifra di 3500$... e io che pensavo che le poltrone stokke fossero costose.


dopo il museo ho tentato di raggiungere il molo per andare a vedere la statua della libertà. peccato che fosse tardi e il molo fosse deserto.

sulla strada per il battery park c'e' ground zero.
non so, contrariamente a quello che uno può aspettarsi è un posto piuttosto anonimo, nulla di diverso da un normale cantiere di un palazzo in costruzione. nessun sentimento, nessuna emozione. tutto è molto freddo, senza umanità.
forse avendo visto le torri quando ancora erano in piedi avrebbe fatto un altro effetto.
trovo che sia molto piu' significativo il monumento che c'e' nel battery park oppure le semplici commemorazioni spontanee come quella che è conservata nell'hangar dell'intrepid.
sono piu' genuine, meno sterili.

rimanendo in tema oggi ho avuto la conferma che gli americani con la storia del terrorismo e della paranoia totale ci sono ancora sotto. stavo passeggiando lungo wall street quando sono arrivato al, credo, palazzo del NYSE, mi sono fermato per scattare un paio di fotografie. inquadro, scatto. solo poi mi accorgo che fra le colonne del palazzo ci sono appostati due poliziotti di guardia.
poliziotti in assetto da guerra.
con elmetto, giubbotto antiproiettile e fucile d'assalto.
appena hanno notato che li stavo fotografando si sono defilati (posso sembrare io ad essere paranoico questa volta ma, per come si sono mossi, dubito che sia stata una coincidenza). a quel punto ho deciso che, come osserva anche mio fratello, non era il caso di farsi mandare in vacanza a cuba (a guantanamo) per una fotografia.

per finire, ancora un paio di considerazioni sul cibo.
qui non ce la fanno.
non ce la fanno davvero.
ho deciso di andare a mangiare un semplice hamburger.
quello che mi hanno portato era così composto:
- fetta di pane spessa 1.5cm
- hamburger spesso almeno 2.5cm
- condimenti vari (bacon, cipolle e una roba che non ho capito cosa fosse) per uno spessore di, all'incirca, un centimetro
- fetta di pane spessa 1.5cm
il che porta lo spessore totale del panino a circa 6.5cm.
provate a dare un morso ad un panino spesso SEI centimetri e poi ne riparliamo. nemmeno linda "gola profonda" lovelace riuscirebbe ad affrontare una cosa del genere.

ah! un'altra cosa, avete idea se la buccia delle baked potatoes si mangia?!?!

more to come.

giovedì, febbraio 10, 2005

DAY 6 (shopping spree!!!)


bhè, piu' o meno...
almeno sono riuscito a scovare le scarpe che cercavo (qualcosa di meno massiccio dei superanfibi che mi sono rimasti).
ovviamente nel preciso istante in cui compro delle scarpe leggere comincia a piovere.
e domani dovrebbe anche nevicare.
che gioa.

sulla strada per il negozio di cui sopra sono passato per central park e ho notato delle strane "porte" arancioni, sul momento ho pensato che fosse un qualche tipo di segnalazione per la neve, per evitare che la gente vada a sbattere contro le panchine e le aiuole, visto che seguivano i percorsi dei vialetti del parco.

solo poi ho scoperto (dalla sospetta presenza di due banchetti che vendevano merchandise) che si tratta dell'ultima opera di Christo: "The Gates". Per chi non lo conoscesse Christo è l'artista che circonda isole con la seta e impacchetta il reichstag...

che dire... l'opera, al momento, non è completa, la finiranno questo sabato, ma non mi ha colpito in maniera particolare... central park è pur sempre central park e questa serie di porte l'ha reso una specie di vecchio videogioco. bho. vedremo.

per il resto della giornata mi sono lasciato prendere da un po' dello spirito geek che mi rimane e sono andato a vedere il museo dell'intrepid. l'intrepid è una portaerei che è stata decomissionata e messa all'ancora sul fiume hudson. sul ponte della portaerei ci sono una serie di aerei storici in esposizione, tra qui un SR-71.
nell'hangar della nave ci sono altrei aerei, per lo piu' della seconda guerra mondiale. Una perla è la ricostruzione dell'aereo pilotato da George
Bush Padre
durante la guerra.
sobrio, non c'e' che dire.
altra attrazione del museo è uno dei concorde rimasti (o meglio, la carlinga di uno dei concorde, visto che è stato tolto il motore), se pensate che la classe economica degli aerei di linea sia un po' stretta pensate che per stare seduti in posti così stretti pagava 6000$.

oddio, ho appena visto alla tv la pubblicità di uno sciroppo per la tosse in formato calippo!
si mette in freezer la busta e il contenuto si congela.
et voila' il ghiacciolo per la tosse!

nuove foto.

as usual, more to follow.
m

mercoledì, febbraio 09, 2005

DAY 5 (new york)

Fare shopping è sempre piu' frustrante.
Stussy non ha maglie della mia taglia (in compenso ha il camerino più stiloso che abbia mai visto)
L'unico negozio di roba da skate che ho trovato non ha scarpe della mia misura
E l'apple store non ha l'ipod shuffle.

Comunque, giornata dedicata, in pratica, all'attività fisica: mi sono fatto piu' di metà dell'isola di manhattan a piedi, andata e ritorno. Posti gia' visti lo scorso anno, non sono cambiati molto. Fatto salvo per l'osservatorio in cima all'empire state building. Che dire, è una delle tappe obbligate di ogni viaggio a NY, l'anno scorso la coda per salire girava tutto attorno all'isolato, quindi abbiamo declinato.
Questa volta non c'era nessuno.
Il paesaggio lascia senza parole, c'e' poco da fare (foto foto foto). La sicurezza è quasi piu' paranoica di quella dell'aereoporto di Chicago.

C'e' una cosa che non si puo' dire, dopo tutto, degli americani: che siano prevedibili... in TV ho appena visto la pubblicità della KY... se non avete idea di che cosa produca la KY date un'occhiata al loro sito. E lo spot era tipo quelli del mulino bianco da noi. Tutto luminoso e felice.

Rimango ogni volta sconvolto di quanto mangino gli americani: a cena, in un ristorante cinese, ho ordinato pollo con salsa di sesamo e me ne hanno portato quelle che da noi sarebbero state sicuramente due porzioni abbondanti. forse tre.
La coppia davanti a me ha ordinato zuppa di wanton e qualcosa tipo tofu saltato con verdure. La zuppa stava in una scodella di quelle che da noi si usano per condire l'insalata e i pezzi di tofu erano cubi di tre centimetri di lato.
Delirante.

Ah, se ve lo foste mai chiesto questo è l'aspetto di una camera da 200€ al giorno, almeno a new york.

Ho aggiunto altre foto alla galleria.

Once again, more to follow.
M

martedì, febbraio 08, 2005

DAY 4 (chicago - new york)

Avevo gia' detto che odio volare?
A parte che, per problemi logistici con mio fratello, ho dovuto aspettare 4 ore all'aereoporto il volo da chicago a NY è stato abbastanza pesante. La prima mezz'ora abbiamo ballato un sacco.
In compenso lo stesso vento che ci ha fatto ballare ci ha fatto arrivare a NY con mezz'ora di anticipo.

Peccato che poi lo shuttle dall'aereoporto all'hotel ci abbia messo il doppio del tempo previsto (1 ora e mezza contro 45minuti) visto che siamo rimasti imbottigliati all'ingresso (e dentro) del lincoln tunnel. E meno male che all'entrata del tunne c'e' un cartello che indica la velocità MINIMA consentita... Arrivo all'hotel e mi si presenta una visione paradisiaca: la hall strapiena di giovani e bellissime hostess, in uniforme rossa. Riavutomi da questo specie di sogno adolescenziale (e deluso dal fatto che le suddette stavano in realtà lasciando l'hotel) mi faccio assegnare la stanza. Entro e controllo che ci sia connessione
avevo già qualche presentimento). Nulla. Scendo alla reception e chiedo conferma che la mia prenotazione (da MILLETRECENTO FOTTUTI euro) corrisponda effettivamente alla camera super-iper-lusso che mi avevano promesso alla mia agenzia.
Ovviamente la risposta è negativa.
Cerco di capire esattamente quanto sto pagando secondo loro per farmi un'idea di quanto la mia agenzia mi abbia fregato (visto che stando al sito dell'hotel fra la camera concierge e quella normale c'e' una differenza, su 7 giorni, di circa 500$) ma mi dicono che non è possibile saperlo, visto che è un voucher prepagato. Staremo a vedere cosa riesce a cavare mia madre da quelli dell'agenzia, visto che chiamare da qui sarebbe un po' un problema.
Comunque quelli dell'hotel hanno risolto il tutto (alla fine in effetti non dipende da loro) spostandomi in una camera leggermente piu' grande della prima e 7 piani piu' su, al 14° (peccato che dalla finestra non veda altro che un altro muro dell'hotel).

Ho alla fine scoperto come mai è stato un casino trovare posto: questa settimana è la settimana della moda. che culo.

Una nota sulla giornata di ieri, dopo aver girato tutto il pomeriggio senza aver pranzato mi sono messo alla ricerca di un posto dove mangiare un hamburger. Si, lo ammetto. Cercavo una delle tane di satana.
Un luogo di perdizione, indicato dalle gialle arcate.
ma
NON C'E' STATO VERSO DI TROVARE UN DANNATO MCDONALD'S!
maledetti no-global ;)
More to come.
M

lunedì, febbraio 07, 2005

DAY 3 (still in chicago)

Ennesima giornata di shopping disappointment.
In un negozio di articoli sportivi di OTTO piani non mi è riuscito di
trovare un paio di scarpe decenti.

Hilite della giornata:
- giovine fanciulla agghindata all'ultima moda che se ne va in giro con
UNO STUZZICADENTI IN BOCCA, più trash!
- nuovo e trendissimo modo per tenere a portata di mano una penna:
infilarsela sotto il berretto da baseball, in modo che spunti per metà
davanti all'orecchio;
- soldier field: stadio di football della città, un delirio di
architettura simil-partenone e coperture hitech (vedere foto)

Al museo della scienza e della tecnica (di chicago) è in corso la mostra
"body worlds" (sito): raccolta di un centinaio di pezzi di corpi umani
conservati con una nuova tecnica che permette di mantenere anche gli
organi molli senza essicarli, quindi con la forma e il colore giusto.
La stessa mostra c'era a londra l'unica volta che ci sono stato, ho
interpretato questo fatto come un segno del destino e sono andato a
vederla. Piuttosto impressionante a dire il vero. Un ragazzino si è
persino sentito male mentre la guardava.

What else?
Ah, si, un po' piu' seriamente, sono un paio di giorni che mi muovo con
la metropolitana o, cmq, con i mezzi pubblici. E la cosa che piu' mi ha
colpito è quanti "tipi" diversi di americani ci sono. Un sacco di etnie
diverse. Anche da noi, alla fine, i mezzi pubblici sono uno dei (pochi)
posti dove le persone di origini diverse si ritrovano assieme. Ma
l'impressione è diversa, c'è comunque un minimo di tensione fra le
diverse comunità. Qui la cosa si percepisce molto meno, si vede che
tutti quanti si sentono a casa propria.
Magari poi la realtà non è proprio così rosea, ma almeno l'impressione
che dà è molto positiva.

More to follow.
M

domenica, febbraio 06, 2005

DAY 2 (chicago)

Bizzarro il clima a chicago, uno si aspetta un clima polare, si barda di
conseguenza e poi si ritrova a 13°, a schiattare dal caldo. Giornata
assolata oggi. Le tracce del freddo ci sono, il lago è piuttosto
ghiacciato (dall'aereo si vedevano dei veri e propri giganteschi iceberg
in mezzo al lago) e c'e' neve (ormai ridotta a poco più che poltiglia)
un po' ovunque. A proposito di ghiaccio, abbiamo notato che il ghiaccio
ha delle forme piuttosto strane, ci sono come dei giganteschi anelli di
calamari fritti (foto*).
Qualche idea sul perche' si formi in questo modo?!?

Gita sul lago a parte oggi abbiamo tentato di dedicarci a un po' di
shopping tecnologico. Abbiamo tentato perchè è stato desolante. La cosa
più triste è stata entrane l'apple store alla ricerca di un ipod shuffle
e scoprire che sono praticamente introvabili. Appena arrivano i
rifornimenti vengono venduti tutti in poche ore.
Steve Jobs ci ha mentito, aveva detto, durante la presentazione, che
sarebbero stati disponibili per tutti quanti fin da subito. E invece
niente. Così come niente Mac Mini. Neanche l'ombra.
In compenso i monitor LCD da 30" sono veramente impressionanti.
Assolutamente perfetti ;)

Se degli svedesi mi aveva colpito lo stile e la cura nell'abbigliamento
quasi maniacali degli americani si può dire esattamente il contrario.
Quando è stato distribuito il buon gusto loro erano altrove,
probabilmente ad abbuffarsi di patatine fritte. Un brillante esempio di
eleganza statunitense (foto*).
E non si limitano a non avere buongusto, si vestono in maniera
assolutamente improbabile rispetto al clima. E' vero che durante il
giorno faceva caldino, ma appena è calato il sole si è alzato un vento
gelido, che ha abbassato la temperatura di una decina di gradi. Abbiamo
incrociato una comitiva di liceali tutti infighettati, con un paio di
ragazze in minigonna.
con le scarpe aperte.
senza calze.
avevano le gambe livide dal freddo.
bha.

Bho, nient'altro da dire per ora.
Oltre alle due foto linkate qui ce ne sono altre.

More to come.
m



* sto scrivendo sul blog via mail, non so quindi se il link è scritto
nel modo giusto, se non riuscite a clickarci sopra fate un po di
copiaeincolla

sabato, febbraio 05, 2005

DAY 1 (milano - chicago)

E un poi si chiede come mai l'alitalia stia fallendo.
L'aereo di ieri era probabilmente lo stesso su cui ho viaggiato la prima
volta che sono andato negli stati uniti, nel 2000. I sedili sono quelli
che sono e non ci si puo' lamentare troppo degli spazi, la classe
economica quella è. Ma tutto quello che ci sta attorno è abbastanza
pietoso: solo due servizi per 200 persone (uno dei quali è stato
inutilizzabile per buona parte del viaggio), tre minuscoli display LCD
sul muro, per la le prime 4 file di sedili e poi televisori al soffitto
ogni 4 o 5 file per gli altri.
la cosa peggiore sono stati i film che hanno dato: sideways (commedia
sentimentale usa, basata sull'insana passione di uno scrittore fallito
sul VINO CALIFORNIANO!), un insulso film italiano di cui ho rimosso ogni
traccia dalla mia memoria e per finire il remake americano di Taxi
(basti sapere che la protagonista era Queen Latifah).

Vabbè, comunque, tutto sommato, il viaggio è stato molto tranquillo,
quindi alla fine non mi posso lamentare troppo.

In più tra immigrazione (impronte digitali e foto compresa), recupero
bagagli e dogana ho perso in tutto 10 minuti, quindi direi che, tutto
sommato, il viaggio è andato bene.

Chicago non è ancora fredda come uno se l'aspetta, si, c'è ancora
qualche traccia dell'ultima nevicata, ma con 10°C all'aperto non si puo'
certo dire che il clima sia polare.

More to follow.
M